E’ un romanzo dolce-amaro sul desiderio di rivalsa e di indipendenza, dove la periferia di Brooklyn si presta come cornice perfetta per narrare le vicende della ingenua ma tenace Margie.
E’ la storia di una infausta e difficile emancipazione, inizialmente da una madre tirannica ed autoritaria, che fa del tutto per controllare la protagonista, infarcendola di sensi di colpa, fino ad arrivare ad un desiderio di riscatto e di autonomia personale. La rivalsa che si risveglia nella dolce Margie è un fiore delicato e discreto che lentamente sboccia e che si rivolge alla vita che non sempre le dà ciò che merita ma che malgrado questo la spinge a sognare ancora, pensando che tutto sommato ‘domani andrà meglio’. La realtà spietata e dirompente non riesce a distruggere il mondo interiore di Margie, che è capace comunque di mantenere integra ed incontaminata la parte più limpida di se stessa.
La storia di Margie riesce ad emozionare sin dalle prime pagine in cui si entra nel vivo della sua misera infanzia e di come gli ostacoli e la sua famiglia disfunzionale siano stati da subito il suo pane quotidiano. I genitori sono entrambi delusi dalla vita; il padre fa dei tenui tentativi di cambiamento che non spiccano mai il volo, mentre la madre alimenta sempre di più il suo orgoglio, la sua infelicità, divenendo carnefice essa stessa ed allontanando sempre di più i suoi familiari.
La nostra eroina non desidera grandi cose, ha piuttosto gli stessi sogni di qualunque adolescente del suo tempo e forse di ogni tempo. Questo rende la lettura avvincente, pagina dopo pagina, perché c’è una Margie in ogni lettore che abbia sentito tutto il peso di una sventurata realtà pronta a sbranare ferocemente chi non si adatta, mettendo in un angolo ogni desiderio di cambiamento. E’ un libro appassionato, che consiglio perché il freddo di Brooklyn vi entrerà prepotentemente nelle ossa, avvinghiandovi nella sua morsa e fino all’ultima pagina vi troverà desiderosi più che mai di sperare che forse, magari, domani andrà davvero meglio.